https://i.devol.it/watch?v=VHs-QJXcUqE
Non sono stati facili, i primi mesi di attività del telescopio spaziale Euclid dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea. Ha dovuto affrontare problemi d’ogni sorta, dalla contaminazione di quella luce indesiderata che gli astronomi chiamano straylight, agli imprevisti con il sensore di guida fine, indispensabile per puntare il telescopio in modo stabile, fino alla patina di ghiaccio che si era depositata sugli specchi, rendendo necessaria una manovra di sbrinatura. Non sono stati mesi di riposo, insomma: hanno richiesto tutto l’impegno possibile. Ma proprio questi ostacoli, insieme alla tenacia e all’ingegno che hanno consentito di superarli, fanno sì che la soddisfazione con cui oggi la missione presenta al mondo i primi risultati scientifici sia ancora maggiore. A renderli straordinari è anche il fatto che si basano complessivamente su appena 24 ore di dati. Da un solo giorno d’osservazioni gli astrofisici del consorzio Euclid sono riusciti a estrarre un catalogo con oltre 11 milioni di oggetti in luce visibile e altri 5 milioni in banda infrarossa. Sono numerosissimi gli scienziati italiani, e in particolare dell’Inaf, che fanno parte della collaborazione. Oltre a dieci articoli scientifici, oggi Euclid ha reso pubbliche anche cinque nuove immagini. L’ammasso di galassie Abell 2390, che con la massa enorme delle oltre 50mila galassie presenti al suo interno deforma lo spaziotempo rendendolo una colossale lente naturale. L’incantevole nebulosa Messier 78, una culla di stelle delle quali l’occhio infrarosso di Euclid è riuscito a distinguerne oltre 300mila. Un’inquadratura con due soggetti entrambi notevoli, l’ammasso di galassie Abell 2764 sullo sfondo, in alto a destra, e in primo piano V*BP Phoenicis, una luminosissima stella della nostra galassia. Una foto di gruppo, quello del Dorado, con due galassie in fase d’interazione, con le loro belle code mareali. E infine una galassia a spirale che lasciamo descrivere direttamente a un’altra delle scienziate coinvolte nell’analisi dati, Leslie Hunt dell’Inaf di Arcetri. Servizio di Marco Malaspina 00:00 Intro 01:20 Davide Massari (Inaf Bologna) 04:16 Leslie Hunt (Inaf Arcetri) Per approfondire: https://www.media.inaf.it/2024/05/23/galassie-stelle-ammassi-euclid-release/ --- MediaInaf Tv è il canale YouTube di Media Inaf (http://www.media.inaf.it/)
https://www.coelum.com/news/news-da-marte-28-perseverance-ingenuity
https://www.media.inaf.it/2024/05/03/lancio-change-6/
Alle 11:27 ora italiana di oggi, venerdì 3 maggio, la Cina ha lanciato una sonda per raccogliere campioni dal lato più lontano della Luna e portarne sulla Terra circa due chili. Se avrà successo, sarà la prima missione nella storia a recapitare sul nostro pianeta campioni dal lato nascosto della Luna
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_macchia_indelebile_di_odessa/6121_54443/
L'antidiplomatico - Liberi di svelarvi il mondo
https://www.lindipendente.online/2024/04/30/niger-e-ciad-hanno-iniziato-ad-espellere-le-truppe-usa-dal-proprio-territorio/?
https://www.media.inaf.it/2024/04/27/prima-luce-einstein-probe/
Presentate al 7° workshop del consorzio Einstein Probe, a Pechino, le prime immagini catturate dalla missione lanciata a inizio anno. Confermano le potenzialità del satellite e mostrano che le sue ottiche a “occhi d’aragosta” sono pronte a monitorare il cielo a raggi X. «Einstein Probe è la missione che ci vuole per catturare e studiare i transienti nel cielo X», dicono Luigi Piro e Giancarlo Ghirlanda dell’Inaf, “appointed scientists” per la partecipazione Esa alla missione
https://www.lindipendente.online/2024/04/28/come-previsto-dopo-il-fuoco-alle-hawaii-e-arrivata-la-shock-economy/
https://www.media.inaf.it/2024/04/22/montagne-e-laghi-di-lava-su-io/
Partendo dai dati raccolti durante due recenti sorvoli di Io, gli scienziati della missione Juno della Nasa hanno creato animazioni che evidenziano due delle caratteristiche più drammatiche della luna gioviana: una ripida montagna e un lago di lava liscio come vetro. I nuovi risultati, presentati la settimana scorsa, includono uno studio sui cicloni polari di Giove e sull'abbondanza delle molecole di idrogeno e ossigeno
https://www.media.inaf.it/2024/04/16/buco-nero-bh3-33-masse-solari/
Grazie al telescopio spaziale Gaia dell’Esa, è stato scoperto il buco nero di origine stellare più massiccio a oggi noto nella nostra galassia. È dormiente, è il secondo buco nero noto più vicino alla Terra, a una distanza di 1926 anni luce, e pesa circa 33 masse solari. Si trova in un sistema binario con una stella compagna vecchia 11 miliardi di anni. Con i commenti del primo autore dello studio, Pasquale Panuzzo, di Reggio Calabria
https://www.astrospace.it/2024/04/06/ecco-la-vista-piu-dettagliata-finora-sulla-storia-delluniverso-in-espansione/
Lo strumento DESI dopo il suo primo anno di attività ha permesso di produrre la vista finora più dettagliata della storia dell'Universo, e...
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